giovedì 17 febbraio 2022

scatola nera, obblighi futuri e mercato italiano

In base a una recente direttiva europea, da Luglio 2022, per le auto di nuova omologazione, e dallo stesso mese del 2024, per le auto di nuova immatricolazione, sarà obbligatoria la presenza a bordo della scatola nera. Si tratta di un sistema che sarà montato già in fabbrica che rileverà alcuni dati nei trenta secondi antecedenti e susseguenti un impatto subito dal veicolo. Tali dati non vengono trasmessi a terzi ma restano registrati nel dispositivo e possono essere rilevati esclusivamente dalle forze dell’ordine, accedendo alla scatola posta sotto il sedile di guida. Il mercato italiano è da tempo all’avanguardia nei sistemi telematici satellitari che impropriamente hanno preso il nome di “scatola nera”, infatti circolano in Italia più di tre milioni di veicoli dotati di questi dispositivi. Il motivo è legato all’offerta assicurativa che ha spinto i clienti a dotarsi di questi strumenti per poter usufruire di sconti consistenti in polizza. Le compagnie assicurative hanno spinto le polizze telematiche inizialmente per contrastare le frodi assicurative e successivamente per avere parametri più precisi per valutare e premiare lo stile di guida, e i clienti hanno accettato di montare tali sistemi per poter beneficiare di sconti su una tariffa che è tra le più alte in Europa. Ho sempre sostenuto la tesi che definire “scatola nera” questi dispositivi sia stato un errore, e ora, alla luce della normativa europea, è ancora più evidente l’errore commesso. I sistemi telematici diffusi in Italia sono dispositivi dotati di SIM telefonica, gps e accelerometro che consentono di comunicare immediatamente in centrale operativa i casi di incidente, allertando i soccorsi e fornendo dati sulla dinamica del sinistro. Questi sistemi consentono di aumentare la sicurezza stradale, e con i dispositivi più moderni, anche di prevenire situazioni di pericolo. Ben vengano i sistemi già montati sul veicolo, ma occorre essere consapevoli che se vogliamo aumentare la sicurezza stradale debba essere incentivata la diffusione dei sistemi telematici che fino ad oggi abbiamo definito “scatola nera”. L’Italia è all’avanguardia in questo settore e se solo la normativa riuscisse a fare in modo da incentivarne la diffusione, potremmo essere un paese ancora più sicuro. Emancipare questi sistemi dal settore assicurativo, cioè dal fatto che siano le compagnie ad accollarsene i costi, é il prossimo obiettivo. Occorre liberare la scelta da parte del consumatore del dispositivo che più si adatti alle proprie esigenze, senza che debba installare ciò che la compagnia assicurativa reputa più utile per le sue tariffe. Una volta montato un dispositivo, il consumatore potrà scegliere la polizza della compagnia che più valorizzerà i dati che tali sistemi producono, raggiungendo l’obiettivo di tirar fuori un vero e proprio curriculum dell’automobilista, soprattutto in un mercato in cui il novanta percento degli assicurati si trova in prima classe e non vi sono ulteriori parametri per una polizza su misura. Tutto passa attraverso la cessione volontaria e consapevole di alcuni dati da parte del consumatore, e non di automatismi che intacchino la privacy dello stesso. Il mercato italiano è sicuramente all’avanguardia nel rendere più sicura la circolazione stradale e occorre fare solo alcuni passi per liberare le scelte dei consumatori. Finalmente potremo anche smettere di chiamarle “scatole nere”, perché quelle sono sugli aerei oppure sulle auto in un prossimo futuro, e non sono utili nel prevenire gli incidenti e men che meno per velocizzare eventuali soccorsi. Chiamiamoli in qualsiasi modo ma non “scatola nera”, perché la telematica può salvare la vita se diffusa correttamente evitando obblighi e vincoli di mercato.