sabato 16 maggio 2020

telefonate dal passato - i pensieri del Sabato

Quante vite avresti voluto vivere, quante ne hai vissute in quest’unica che ti è data da vivere? Soprattutto in un periodo in cui l’introspezione la fa da padrona, credo che ognuno di noi, pur di non doversi troppo interrogare sul futuro, si sia guardato spesso alle spalle, cercando nella memoria tutto ciò che ci ha fatto sorridere, battere il cuore o, almeno, tutto ciò che non ci abbia annoiato troppo. Ti guardi dentro cercando di capire come avresti vissuto se avessi preso decisioni diverse, se era giusto o sbagliato dire certi no o se quei no che ti hanno detto erano realmente giusti. Ripensi a ciò che hai combinato, le azioni che ti hanno cambiato portandoti a ciò che sei oggi. Ovviamente pensi all’amore, quello dato o ricevuto e quello che avresti potuto dare o che avrebbero potuto darti. Le scelte, le scelte fatte consapevolmente o in maniera incosciente, fatte da vero incosciente. Le tante vite in una, l’essere sempre tu ma in mille sfaccettature diverse. La coerenza o la presunta coerenza che hai portato avanti con ostinata stupidità. I sorrisi che hai provocato ( quelli sì che sono oro! ), le lacrime che hai trattenuto e che oggi lasceresti sgorgare come un rubinetto rotto che perde. Le telefonate, i messaggi, le lettere scritte e quelle che non hai voluto leggere. Il bello è che tutti questi pensieri ti passano per la testa con una velocità incredibile, come se accelerassi il riavvolgimento di un video, con quelle immagini che corrono all’indietro: corrono velocissime ma lasciano sensazioni profonde. Oggi siamo il risultato di ciò che avremmo dovuto fare, delle decisioni che avremmo dovuto prendere e delle inerzie che ci hanno portato a non scegliere mai. Poi ti squilla il telefono e sei tu dall’altro capo. Ti senti chiedere dal te di vent’anni fa un consiglio su cosa decidere e gli rispondi “non ti consiglierò nulla, fai le tue scelte, giuste o sbagliate che siano” e riaggancerei immediatamente. Se realmente avessi potuto chiedere cosa fare, al me stesso di oggi, sono sicuro che la risposta sarebbe stata questa. Gli errori o le cose giuste fatte negli anni le porto dentro, e se avessi potuto riavvolgere un nastro, mi sarei comportato allo stesso modo. Poi penso al futuro, cerco un telefono per chiamare il me stesso tra qualche anno, ma poi ci ripenso perché mi sentirei rispondere la solita frase: non ti consiglierò nulla, fai le tue scelte, giuste o sbagliate che siano.