lunedì 31 ottobre 2022

lo faccio domani

“Lo faccio domani” è una frase che spesso ci ripetiamo di fronte a qualche azione che dovremmo fare e che rimandiamo. Rimandare al giorno successivo ci dà una sensazione di liberazione, per pochi attimi successivi a questo pensiero, ci sentiamo meglio, poi se si è pigri, si può provare una strana allegria che ci disegna sul volto un sorriso inconfondibile. Il problema è che poi il “domani” arriva e allora l’ansia ritorna e ci si sente in colpa per aver rimandato un qualcosa che avremmo fatto benissimo ieri. Come la superiamo? Rimandando ancora. Rimandare ulteriormente non ci fa bene, quell’euforia del primo rinvio va scemando e ci rendiamo conto che non possiamo passare la vita evitando di fare le cose che non ci piacciono. Ci sono persone che, di fronte al mare, decidono di tuffarsi in pochi secondi e poi ci sono persone che lo fanno gradualmente, immergendosi poco alla volta e che non riescono a immergere le spalle, l’ultima azione che ci fa affermare di aver fatto il bagno in quel mare. Quegli attimi che precedono la totale immersione, misurano la nostra pigrizia. Questo atteggiamento è simile al rimando e ogni volta che perdi tempo rabbrividendo (perché chi entra poco alla volta in acqua soffre il freddo anche a quaranta gradi all’ombra) ti riprometti che la prossima volta ti tufferai immediatamente, ripetendoti “lo faccio domani”. Così non va bene, non dovremmo mai rimandare ciò che possiamo fare subito, l’euforia del rimando è effimera e illusoria. Agiamo senza pensarci troppo, tuffiamoci nei problemi e affrontiamo immediatamente anche le cose più noiose, e semmai quelle piacevoli godiamocele di più. Malgrado il rinvio di certe rogne ci faccia tirare un sospiro di sollievo, ricordiamoci di come ci sentiamo quando decidiamo di togliercele dai piedi subito. Tuffiamoci in acqua e vedremo come è bello nuotare anziché avanzare claudicanti e timorosi con i brividi di freddo a quaranta gradi all’ombra.