martedì 3 giugno 2014

la parte migliore

Vorrei raccontare un aneddoto su Massimo Troisi, che ogni tanto ricordo con commozione. No, non lo riguarda direttamente, ma lui c'entra eccome. Da ragazzino ( tanti anni fa ) mi divertivo a lavorare nei villaggi, soprattutto perché mi piaceva recitare le cose che scrivevo. Ovviamente si è trattato di un breve periodo, se fossi stato veramente bravo avrei continuato, ed infatti oggi mi occupo di altro. Scrivevo testi comici ( almeno così li consideravo... ). Erano gli anni del grande successo di Troisi e se le persone sentivano recitare un napoletano, scattava immediatamente la frase: bravo! L'hai fatto proprio bene a Troisi! Ora immaginate un ragazzino che si sforzava di scrivere testi originali, che faticava a trovare il modo di mettere in scena una cosa divertente e poi sentirsi dire, che alla fin fine, aveva fatto una bella imitazione di un grande attore: un'imitazione! Sì, devo confessarlo, la cosa mi faceva rimanere male. Un ragazzino è sempre un ragazzino, specialmente se si monta un po' la testa. Scoprii che i ragazzi che dovevano fare le stagioni con me, venivano avvisati: mi raccomando, Enzo è un bravo ragazzo, però c'è solo una cosa che lo fa incazzare, non ditegli che imita Troisi. Lo scoprivo durante la stagione...e mi...arrabbiavo! Tra tutti i testi che potevamo mettere in scena, scartavo categoricamente, tutto ciò che avesse a che fare con Troisi: già dicono che lo imito, figuriamoci se mi metto a fare "l'Annunciazione"! In effetti, solo una volta mi costrinsero a farla, furono due persone a cui non avrei mai potuto dire di no: Enrico, un comico nato ( infatti, oggi si occupa di politica... ) e Marcello, colui il quale "avvisava" preventivamente i miei futuri colleghi di animazione. Bene, proprio in quell'occasione capii che avevo sbagliato tutto, che avevo commesso un grande errore di superbia. Recitare Massimo era un onore, perché in ogni napoletano vive un Massimo Troisi e se esce fuori ( in qualsiasi modo ) è un onore che solo noi possiamo avere. Massimo lo portiamo dentro, perché ogni napoletano ha quella parte che lui interpretava con naturalezza. Ed è la parte migliore di un napoletano, è quella parte che va oltre i luoghi comuni ed i cliché che ci ingabbiano da anni. Vorrei che ognuno di noi lo facesse venir fuori, senza reprimersi come erroneamente fece quel ragazzino superbo tanti anni fa. Scrivendo queste righe immagino il sorriso di quell'amico che tanto ci teneva a non farmi arrabbiare: Marcè, tu che stai lì su, puoi dire a Troisi che Enzo si scusa assai? Grazie amico mio.