sabato 9 marzo 2013

rabbia ed opportunità

Quando ti fanno arrabbiare, non ragioni più. Se subisci un torto che incide gravemente sulla tua vita, reagisci duramente. Quanti di noi hanno preso schiaffi in questa crisi? Quanti di noi hanno dovuto fare sacrifici enormi per sopravvivere? Moltissimi. Subire la crisi e vedere che altri, su questa crisi, non hanno perso molto, ti rende ancora più incazzato. Quanti hanno perso il posto? Quanti hanno dovuto stringere la cinghia? Tanti, troppi. Si diventa ombrosi, stizziti, rabbiosi. Si diventa allergici a qualsiasi discorso razionale. Non è una cosa nuova, capita a tutti i cittadini, quando si sentono inermi di fronte ad una grave crisi economica, basta leggere i libri di storia. La storia però ci insegna che questo atteggiamento di rabbia, solitamente, porta acqua al mulino di gente irresponsabile che, in maniera abile, riesce ad intercettare il malcontento imprimendo svolte autoritarie. Io sono incazzato per tante cose, in tre anni ho dovuto cambiare varie volte il mio lavoro ed ho una seria preoccupazione sulla mia capacità di dare un futuro migliore ai miei figli. Se ragionassi solo con la rabbia, sarei solo una pecora nel grande gregge del nuovo salvatore della patria. Io voglio credere che le cose si possano cambiare con la testa, ragionando, potendo essere libero di esprimere la proprie opinioni. Dalla crisi si esce con uno Stato che funzioni, che investa e controlli le sue spese. Si esce con un nuovo patto tra imprese e lavoratori, con riforme che incidano sulla burocrazia, sulle lentezze della giustizia e con norme fiscali eque e rigorose che colpiscano chi evade. Un paese che dica all'Europa che l'austerità ci sta ammazzando e che voglia contribuire alla modifica delle attuali politiche europee. Oggi, forse, abbiamo una grande occasione, in virtù dello strano esito delle elezioni: vogliamo approfittarne? Per la prima volta nella storia, il Parlamento può legiferare con inedite maggioranze. Io non credo nel salvatore della patria, ma credo nella buona volontà delle persone e, nel nuovo Parlamento, vi saranno tantissime persone "nuove". Sapranno emanciparsi dai diktat dei poteri forti o da quelli, inediti, di chi vuol comandare dal web? Voglio nutrire questa speranza.