sabato 10 ottobre 2020

abbreviazioni - pensieri del Sabato

Faccio una dovuta premessa: con questa riflessione non voglio offendere nessuno. Ora posso scrivere liberamente sul fatto che ho una sorta di allergia verso le abbreviazioni che spesso si usano nei messaggi e sui social. Rischio lo shock anafilattico, mi manca il respiro, per poco perdo conoscenza quando leggo: xchè, ke fai, xciò e altre abbreviazioni del genere. Tralasciamo il fatto dell’annientamento dell’apostrofo, quello mi provoca eruzioni cutanee. Ma poi mi domando: tutto il tempo che risparmiate nel non mettere queste frasi per esteso, come lo spendete? Spero lo possiate impegnare in qualcosa di utile. Ma la cosa che più mi colpisce è quando si usa l’abbreviazione “R.I.P.” al posto delle condoglianze. Questa cosa, non me ne vogliate, non riesco a proprio a sopportarla. Ovviamente non metto in dubbio la buona fede di chi usa questo acronimo, sicuramente lo fa con il cuore, però il “R.I.P.” veramente mi fa rabbrividire. Scrivete due paroline, una breve frase di condoglianze, perfino un emoticon triste, ma per pietà non usatela più! Ammetterei anche la frase estesa: riposa in pace. Contate quanti secondi in più vi costa scrivere l’intera frase e valutate il risparmio in termini di secondi nello scrivere “R.I.P.” ( con le maiuscole e i punti ), solo allora vi renderete conto che non avete risparmiato un bel niente e che forse avreste fatto più bella figura utilizzando la frase completa. Lanciamo una campagna per l’abolizione del “R.I.P”, un comitato di protesta: dopo i No Vax, i No Tav e i No Tap, facciamo una battaglia No R.I.P.!


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