sabato 17 agosto 2013

c'ho un amico che mi può aiutare...


C'hai un amico che lavora a...? Siamo il paese del c'ho un amico! Quando diventeremo il paese dei diritti e non dei favori? Un paese che butta veleno contro la "kasta" ma che poi, come società civile, vive di inciviltà? Tutti sono mariuoli, tranne me che se rubo è perché lo fanno tutti. Siamo la patria del "c'ho un amico che lavora lì, vedrai che ci aiuterà". Siamo il paese in cui chi non ha amici influenti rischia la vita in una corsia, naviga per mesi nella burocrazia, oppure paga la multa che nessun amico può togliergli.
È inutile nascondersi dietro un dito, la ricerca della conoscenza che possa agevolarci, è qualcosa che ognuno di noi fa nel momento del bisogno. Il discrimine è dato dal fatto che poi questa conoscenza la si trovi oppure no. Quando hai un problema da risolvere, tipo una pratica burocratica da velocizzare oppure un ricovero da organizzare, tra i tanti altri esempi, ti scervelli per ricordare il nome dell'amico, mettendo in second'ordine il problema stesso. Sembriamo tanti massoni alla ricerca del "fratello" che ci possa agevolare. Purtroppo il "c'ho un amico" è la pietra tombale dei diritti. Un paese di amici degli amici è un paese che non tutela i cittadini, anzi, ne mortifica, non solo i diritti, ma anche la dignità: se non conosci qualcuno non sei nessuno.