sabato 18 luglio 2020

quotidiani - i pensieri del Sabato

Perché si leggono così poco i quotidiani? Ovviamente sappiamo che ciò avviene perché vi sono dei fattori ben precisi: le notizie ci arrivano in tempo reale su ogni sorta di device, la finta gratuità del web, la mancanza di tempo da dedicare all’approfondimento. È un fenomeno storico e globale, ma a me interessa capire il perché in relazione al nostro paese. Mi spiego meglio: in Italia, oltre a ciò che ho riportato, cosa provoca il costante crollo dei lettori dei quotidiani? Per rispondere alla domanda mi sono guardato una delle tante rassegne stampa in cui puoi leggere in anteprima le prime pagine. La prima impressione è che, al netto dei quotidiani locali, il resto sia un misto di letture faziose che hanno un unico scopo: manomettere la realtà per avvalorare le proprie tesi. I partiti politici sono morti, i movimenti sono paraventi ad uso e consumo di un leader-padrone, e secondo voi possono avere un seguito dei fogli che, quotidianamente, conducono una propria campagna politica, distorcendo la realtà? Ogni giorno la maggioranza dei quotidiani italiani fa una propria campagna politica, non di opinione, ma di modifica della realtà per fare propaganda. Muoiono i partiti, chiudono le sezioni, i movimenti vivacchiano e come potrebbe non accadere lo stesso con una stampa che fa propaganda? Non la legge nessuno. Altra cosa sarebbe se avessimo una stampa libera di esprimere un’opinione, semmai confrontandola con una diversa, e che raccontasse i fatti senza ridicole faziosità. Un quotidiano fatto così non è detto che possa avere le tirature e i lettori del passato, ma almeno attirerebbe qualche lettore in più. Ero un lettore assiduo di Cuore, giornale satirico degli anni 90, e mai e poi mai avrei immaginato che quei titoli irriverenti potessero essere la bella copia delle prime pagine dei quotidiani politici di questi anni. Almeno i titoli di Cuore erano satira, questi sono scritti da giornalisti che fanno sul serio, fortunatamente noi vecchi lettori non li prendiamo sul serio.