sabato 25 luglio 2020

pantomima - i pensieri del Sabato

Se il nostro paese ottiene un buon risultato, tutti dovremmo esserne contenti, poi ovviamente ci sarà chi è più favorevole al governo che eccederà nell’entusiasmo, e chi vorrebbe un altro governo, che non si esalterà eccessivamente. Non voglio entrare nel merito degli ultimi avvenimenti europei, poiché non è questa la cosa che mi interessa, ma il mio ragionamento è relativo al fatto che continuiamo ad essere il paese dei Guelfi e Ghibellini, il paese che vive tutto come se vi fosse un perenne scontro tra tifoserie. Il caso dei RECOVERY-FUND è emblematico ma non è l’ultimo, anzi, continuamente assistiamo a scontri in cui ci vogliono rappresentare sempre divisi in tifoserie. Sarà il gusto della polemica o che non vogliamo mai ammettere di aver torto, resta comunque il fatto che difficilmente riusciamo ad essere uniti almeno su questioni di interesse nazionale. Questo poi è soprattutto l’atteggiamento di chi dovrebbe rappresentarci politicamente, ed è una sorta di pantomima che caratterizza da tempo la nostra “classe dirigente”, perché, a mio modesto parere, ci credono poco anche loro. Tutto fa scena e tutto serve per alzare i toni, come se si cercasse sempre di alzare l’asticella dello scontro “perché al popolo piace così!”: ci considerano come un pubblico troglodita che vuole vedere solo lo scontro. A dirla tutta, pensano che siamo un popolo di cretini. Se un giorno la famosa classe politica ( che gran classe! ) la smettesse di considerarci così, il nostro paese non potrebbe che trarne enormi benefici. Spendono energie intellettuali per trovare lo scontro, mentre a noi basterebbe un po’ più di energia nel trovare soluzioni ai tanti problemi che quotidianamente viviamo in Italia. Perché i problemi non hanno colore o bandiere da sventolare, sono lì e andrebbero risolti senza inutili pagliacciate.