mercoledì 16 settembre 2020

il ritratto - racconti brevi

Ogni giorno prendeva l’autobus alla stessa ora, e dopo tre fermate, scendeva e si accomodava alla stessa panchina, e ogni giorno dopo essere stato seduto per qualche oretta, riprendeva l’autobus per tornare a casa. Sembrerebbe una vita squallida e un’esistenza piatta, ma non era così. In quel tragitto in autobus, prima di scendere alla terza fermata, ascoltava la gente, quando restava per ore seduto sulla panchina, vedeva migliaia di persone e le sentiva parlare, al ritorno, nell’autobus continuava a vedere e ascoltare tutto ciò che lo circondava. Il resto della giornata, fino a quando si metteva a letto, disegnava tutto quello che aveva vissuto in quella mezza giornata: la ragazza che ascoltava la musica, l’uomo con la borsa, la donna che non staccava gli occhi dal telefono. Poi le nonne con i nipotini, quelli che portavano a spasso il cane, le coppie che si amavano e quelle che si lasciavano. Le migliaia di persone che osservava te le ritrovavi tutte nei suoi disegni. Potevano essere semplici ritratti, paesaggi vivi o veri capolavori. A seconda delle stagioni, cambiavano gli abiti e i colori, e tutto finiva sulla carta da disegno o cartoncini sparsi per la casa. Una volta dipinto o disegnato, quei piccoli capolavori li portava via con sé nel viaggio del giorno successivo e li lasciava sul sedile dell’autobus, fingendo di dimenticarsene. Tutto ricominciava la sera appena tornato a casa. Continuò a farlo per anni, fin quando non si rese conto che ogni sera disegnava lo stesso ritratto. Malgrado lo lasciasse sul sedile ogni mattina, la sera lo rifaceva alla perfezione: ogni giorno lo stesso disegno. Eppure incontrava tanta gente e ascoltava cose diverse e interessanti, ma appena tornato, la mano disegnava lo stesso ritratto, come se fosse diventato un riflesso condizionato, un movimento autonomo. Fu così che in città si diffuse l’idea che la persona raffigurata in quel ritratto fosse un personaggio famoso, una persona da trovare, e le copie di quel ritratto sempre uguale, iniziarono a passare di mano in mano. Un giorno sull’autobus del ritorno si sentì osservato da tutti i passeggeri e li sentì parlare a bassa voce. Giorno dopo giorno quel vocio diventava sempre più alto e le persone iniziarono a guardarlo anche passando davanti alla panchina. Tutti ormai riconoscevano il misterioso uomo raffigurato in quel disegno:era lui. Diventò l’uomo più conosciuto della città. Continuò a fare la stessa vita e ad ascoltare il mondo intorno, quel mondo che parlava solo di lui.