martedì 20 marzo 2018

libertà in poltrona



- E mi ricordo quante discussioni sulla giustizia sociale, sulla fame del mondo, i diritti sindacali, quelle aiuole abbandonate, la sottoscrizione per la festa, i dibattiti, la discussione sulla mozione, i comitati di quartiere, la solidarietà per quei compagni in sciopero.
Mi ricordo la tombolata, la serata danzante, le firme per quei referendum, la visita del compagno della direzione.
Mi ricordo il fumo che non ci faceva respirare durante le interminabili discussioni, la fiaccolata per la Palestina, i giovani con cui confrontarsi, i diritti civili.
- Oggi ho messo tanti “mi piace”, ho condiviso tre articoli, ho fatto un paio di petizioni online, ho mandato a quel paese un po’ di politici della kasta...tutto in una decina di minuti. Ho fatto in una giornata più di tutto quello che tu ti ricordi di aver fatto in un paio di anni. Tutto senza muovermi dal divano, anzi, ho condiviso un link sulla fame nel mondo mentre stavo in bagno: questa è la modernità!
- Io invece non ho più il modo di incontrare nessuno. Lo vedi quel palazzo? Quello lì in fondo. Lì c’era la sezione e un po’ più avanti c’era la casa del popolo. Ora ci sono due negozi cinesi. A saperlo, col cavolo che leggevo il Libretto Rosso!
- Ma ora con internet puoi fare tutte le battaglie che vuoi.
- Nelle battaglie ti scontri, lotti, puoi soccombere o vincere, ma le fai affianco ad altri. Li tocchi, li senti. Senti il loro sudore, le loro voci, la loro puzza. Su quella poltrona pensi di poter cambiare il mondo, ma è solo un’illusione. Lottavamo contro le gabbie, oggi sei solo un uccellino che ha diritto di cantare, a patto che resti chiuso nella tua gabbietta.
- Ma io mi sento libero!
- Bravo! Ti senti libero, ma non lo sei.
- Bella questa! Ora la scrivo sulla mia bacheca...chissà quanti Like!