domenica 18 giugno 2017

...Caro amico ti odio


Prese la penna e decise di scrivere una lettera. Poche parole, si raccomandò. Una lettera breve ma significativa. 

“Caro amico ti scrivo”

No, non poteva iniziare così, sarebbe stato un inizio troppo scontato.

“Caro amico ti odio”

Sì, così andava decisamente meglio.

“Caro amico ti odio. Ti odio per il colore della tua pelle.

Ti odio per il lavoro che mi togli.

Ti odio per le idee così diverse dalle mie.

Per le tue preferenze sessuali, per la lingua che parli e per il dio in cui credi”.

La firmò, la piegò, la mise in una busta e la spedì.

Dopo alcuni giorni, la ritrovò nella cassetta delle lettere. Aprì la busta, tirò fuori il foglio piegato e lesse la lettera. Pianse leggendo il contenuto. Era la lettera che non gli avrebbero mai spedito. Era la lettera che troppe persone non avrebbero mai avuto il coraggio di scrivere. Era la lettera dell’odio che nessuno scriveva, ma che molti pensavano. Decise di rispondere.

“Caro amico ti amo.

Ti amo perché non esistono colori della pelle più belli degli altri.

Ti amo perché tutti abbiamo diritto a lavorare.

Ti amo perché le idee sono belle perché non sono uguali.

Per la libertà di amare chi vuoi, per i miliardi di lingue che parliamo e perché almeno tu credi in qualcosa”.

La firmò, la piegò, la mise in una busta e la spedì.

Attese giorni su giorni, mesi su mesi, anni su anni: quella lettera non gli arrivò mai.

Scoprì così come fosse facile odiare e quanto fosse più difficile amare.