domenica 15 novembre 2015

rc auto, il solito problema

Dopo l'audizione Ivass al Senato, in cui boccia Tariffa Italia, occorre preparare una controproposta con l'obiettivo di rendere più giusta la RcAuto in Italia. 
La situazione attuale è che:
- La tariffa è sbilanciata sul parametro residenziale.
- La telematica offre parametri ben più precisi per la valutazione del rischio.
- I dati su cui si basa la costruzione della tariffa non sono trasparenti.
- Le compagnie hanno demandato agli intermediari la determinazione del premio finale, con sconti ovviamente "commerciali" che spesso non coincidono con lo stile di guida, esponendo gli stessi intermediari nel momento in cui dovesse risalire il rapporto sinistri/premi.
- Le tariffe sono influenzate dalle presunte frodi e non su quelle accertate.
Io non sono contro chi fa impresa, ci mancherebbe, ma occorre ribadire che un sistema più giusto può trovare un equilibrio tra chi è obbligato ad assicurarsi e chi ha l'obbligo a contrarre. Gli utili raggiunti nel settore in questi ultimi anni sono dovuti anche all'utilizzo della telematica che ha reso più difficile frodare ed ha reso più attenti gli automobilisti. È una verità innegabile e per questo occorre continuare su questa strada. Perché un giovane è condannato a dover pagare tanto, solo perché risiede in una zona "pericolosa"? Perché un'impresa deve avere costi assicurativi proibitivi, solo perché ha sede in realtà "difficili"? E potrei continuare con altri esempi.
Incidere sui premi della RcAuto è un obiettivo fondamentale per il nostro paese.
Non va bene la tariffa unica? È così impossibile evitare quest'ingiustizia "residenziale"? Io credo di no, e penso che sciogliere questo nodo farebbe bene a tutti, soprattutto alle compagnie.
Ora occorre rispondere, ma trovando una soluzione inattaccabile. Non dobbiamo fermarci e credo che una soluzione si possa trovare, non mi basta dire che c'ho provato...



domenica 8 novembre 2015

bandiere proibite

Avere a cuore la propria storia, rispettarne le origini, non ha mai fatto male ad un popolo, anzi, lo rende consapevole della propria forza. Una bandiera può significare tutto ciò, ma non può bastare per autoassolversi dalle tante colpe che pure ci sono state. Non esiste un popolo puro ed un invasore cattivo. L'orgoglio di cosa eravamo serve a guardarci dentro e lottare per rispettarne la storia. C'è chi con una bandiera pensa di rifarsi una verginità e poi non far nulla. Proibire l'esposizione di quella bandiera in uno stadio è un'azione sciocca e fa il gioco di chi si ferma ad essa, provoca in questi chiacchieroni un'altra dose di vittimismo. C'è chi invece avrebbe esposto questa bandiera per svegliare un popolo che deve reagire, consapevole della propria storia, per un futuro diverso. Parlare di Sud e di Napoli, può essere chiacchiera inutile oppure progetto per crescere e unirsi. La bandiera borbonica non serve per dire "viva 'o rre!" ma serve per dire "io so chi sono!". Allo stadio si leggono le peggiori nefandezze e non credo che un simbolo storico possa arrecare disturbo alla quiete pubblica. Al Sud non ci salva una bandiera, ma sequestrarla fa solo il gioco del vittimismo che tanto ci ha inguaiato negli anni, molto più degli invasori. Il simbolo che avrebbero esposto migliaia di cittadini, non incita all'odio, non oltraggia gli altri, non fomenta la violenza. Quelle bandiere non avrebbero portato messaggi negativi, e sarebbe stata una delle rare volte in cui ciò sarebbe accaduto in uno stadio. 

lunedì 2 novembre 2015

una domenica italiana...

Premesso che non sono un nostalgico, ma avete visto cosa trasmettono sulle emittenti generaliste la domenica pomeriggio? Le due corazzate, Rai 1 e Canale 5, ci riempiono i pomeriggi domenicali di episodi di cronaca ( se efferati è meglio! ) oppure di dibattiti politici, in cui la politica è la cosa più schifata. Allarmismo e populismo serviti come il dessert domenicale, un attentato alla naturale voglia di pennichella che ti viene nel pomeriggio del massimo riposo. Scorrendo il palinsesto settimanale di Rai e Mediaset, il pomeriggio è deputato a creare allarmismo e fomentare populismo nei cuori delle casalinghe e dei casalinghi italiani. Ma la domenica è il turno di chi si è perso i pomeriggi settimanali: pensavi di essertela scansata? Tié! Eccoti l'intervista dello zio del cugino di quel povero disgraziato trucidato da non si sa chi! Pensavi di esserti evitato i talk show sulla politica? Eccoti il Salvini infelpato o l'opinionista rigoroso a discettare tanto al chilo su luoghi comuni ed argomenti da bar. Non sono nostalgico, lo ripeto, ma penso che tutta questa drammatizzazione pomeridiana non vada bene. Lo sguardo corrucciato di un Giletti, mentre ci fa la predica con frasi ad effetto, oppure l'espressione corrucciata di Barbara D'Urso mentre intervista il parente lontano ( con cachet adeguato al grado di parentela ) della povera vittima, sono una condanna troppo pesante per i telespettatori domenicali. Mi ricordo allora le domeniche di qualche anno fa, leggere ma sempre intelligenti, in cui l'italiano poteva rilassarsi. I problemi c'erano eccome, ma non li potevi certo risolvere con una trasmissione la domenica pomeriggio. La Domenica In di Corrado era il giusto dessert domenicale, ora se non ti fanno ritornar su tutto ciò che hai pranzato poco ci manca. Ovviamente non scrivo questo per ripicca dopo che il Guru Giletti ha usato frasi pesanti sulla mia città...però, a esser sinceri, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il Guru Giletti domenica pomeriggio ha detto: "fuori la stazione di Napoli c'è solo immondizia". Lo ringrazio, finalmente abbiamo trovato dove buttarla, in fondo la sua Arena è un'ottima discarica.