martedì 6 gennaio 2015

lo schiaffo

Tutto iniziò con uno schiaffo. Avevo nove anni, ero in vacanza, e durante una cena a casa di una famiglia di amici (ci avevano fatto scoprire quell'estate un luogo meraviglioso nel Salento, nel quale da quarant'anni tornerò sempre), il figlio più grande mise una canzone nel mangianastri (registratore che riproduceva musicassette, che antichità!) una canzone di Pino: Je so' pazzo. La frase finale risuonò forte e chiara e il ragazzo si beccò uno schiaffo. Ecco, questo fu il simbolo della rottura con la tradizione, lo schiaffo fu il legame che negli anni settanta cesellò il passaggio tra la musica tradizionale partenopea e il nuovo sound che Pino stava inventando. Io ne rimasi folgorato e, a nove anni, incominciai a conoscere la musica. Il mangianastri, le musicassette e gli ellepì...solo Pino, solo lui, per farmi conoscere la musica. Ogni volta che presentava un nuovo album mi precipitavo in edicola ad acquistare i quotidiani che pubblicavano le recensioni (ritagliando gli articoli che ancora conservo), attendendo il giorno dell'uscita per acquistare immediatamente il disco, con l’unico pensiero di correre a casa e ascoltare quella musica per l'intera giornata. Da ragazzino l'amore per la musica di Pino era il comune denominatore per l'incontro con gli altri, se trovavo chi lo amasse quanto me, il feeling partiva e si entrava in contatto con serenità, al contrario, le cose non erano le stesse. Durante la mia adolescenza, potevi rischiare di ritrovarti con coetanei con gusti musicali molto diversi e, per me, alquanto indigesti (i Duran Duran, aiuto!). Ricordo quando decisi di buttare giù un musical basato sulle musiche di Pino, col piccolo particolare, che la cosa l'avrei proposta nel luogo meno adatto, in un villaggio turistico. A vent'anni lavoravo nei villaggi e lì avrei messo in scena una storia su Napoli e su come la città stesse cambiando, come protagonista un pulcinella senza maschera, musiche di Pino e con una poesia finale scritta da Eduardo. Lo feci e la cosa piacque molto: anche in vacanza, la sua magia, colpiva ed emozionava. In quelle serate ne uscivamo tutti magicamente emozionati, senza vincoli di cittadinanza: dal lombardo al siciliano, eravamo tutti uniti dalla sua magia. Col tempo la sua musica mi ha accompagnato, e ora mi sento solo. Quello schiaffo che me lo fece conoscere, l'altra mattina mi ha colpito in pieno volto: Pino non c'è più e io mi sento più solo.