mercoledì 26 giugno 2013

Garibaldi e la prima trastola


( dal libro "Per affari e per amore - gli italiani e le assicurazioni dal Risorgimento ad oggi" - Rizzoli Editore - di Vittorio Bruno ) Raffaele Rubattino, armatore e industriale genovese, mise a disposizione di Garibaldi, fingendo un furto, le navi per la spedizione dei mille, cautelandosi comunque con l'assicurazione che copriva l'intero valore dei due vascelli, il Piemonte e il Lombardo.
Insomma l'unità d'Italia nasce da una frode assicurativa e, si badi bene, fatta ed organizzata al nord. 
Volevo regalare questa chicca ai tanti amici che rivendicano le radici meridionali, con orgoglio e con voglia di riscatto, tante persone che ho avuto il piacere di conoscere, pur nelle diversità di vedute "politiche", ma che lottano per un obiettivo che ci unisce: far cessare le discriminazioni assicurative basate sulla residenza nel settore Rc Auto.
Sapere che i Mille arrivarono qui con una bella trastola assicurativa, è una cosa che pochi sanno...ah già! Dimenticavo! Per la cronaca le frodi sono un'esclusiva di noi napoletani! Diceva Totò: ma mi faccia il piacere!!

domenica 16 giugno 2013

spirito civico per ricostruire

Ci sono moltissimi cittadini che si impegnano per gli altri. Creano comitati, movimenti ed associazioni per occuparsi di problemi quotidiani e cercano di risolverli. Sono persone animate da uno spirito di solidarietà e da un ottimismo della volontà che lasciano veramente a bocca aperta. Queste persone sono capaci di coinvolgerti in iniziative, grazie all’entusiasmo che ci mettono. Non sono degli alieni, sono cittadini come noi, solo che pensano che impegnandosi, questo mondo può essere più giusto. Non lo fanno pontificando sui massimi sistemi, ma impegnandosi in piccole battaglie di civiltà. Aiutare un quartiere ad essere più vivo, una strada più pulita, aiutando chi è meno fortunato. Li vedi all’opera e capisci cosa sia veramente la politica. La politica che parte da un problema e che cerca di risolverlo, attraverso un’azione concreta. Il guaio è che la “politica” ufficiale sembra non accorgersene, troppo lontana e, purtroppo, strutturata in movimenti senza democrazia. Avvicinarsi a queste realtà così ricche di energia, è una delle cose più importanti che può fare un partito. Con umiltà, senza pretese egemoniche, ma con una voglia di imparare, che difficilmente si trova nei movimenti politici che conosciamo. Un gruppo di cittadini che si impegna nel sociale, sa bene cosa dovrebbe esser fatto per migliorare la vita degli ultimi, basta ascoltarli. La società civile, definizione di cui tanto si abusa, non serve per arricchire un movimento politico, ma le persone con senso civico servono come il pane. Aprirsi alla società vuol dire questo. Ascoltare chi si impegna per una società migliore, rende più credibile la politica di chi vuol risollevare il nostro paese. Se ciò accadrà, avremmo fatto un grande passo in avanti, per un paese più giusto e meno esposto agli egoismi di casta, che hanno contraddistinto gli ultimi anni. Sarebbe una gran cosa…

lunedì 10 giugno 2013

non ho mai torto!


Vogliamo avere ragione. E’ un virus che ormai ha contagiato tutti: non gradiamo aver torto e rifiutiamo il confronto. Scriviamo le nostre certezze, in attesa di condivisioni e tanti “mi piace”. Guai a chi non asseconda i nostri proclami. Anche nella vita politica è così, alla battaglia delle idee si è fatta avanti la scissione dei contrari. Se in un movimento ci sono tre persone che discutono e viene approvata un’idea condivisa da due, il terzo fonderà il suo nuovo movimento, convinto della sua verità assoluta. Da ciò nascono movimenti padronali in cui, chi comanda, ha sempre ragione e guai ai contrari: espulsi, cacciati o emarginati. Nei movimenti “democratici” si assiste all’anarchia più assoluta: non sono d’accordo con la maggioranza, non mi adeguo, ma continuo a votar contro, fiero delle mie ragioni, fregandomene del principio di maggioranza. Tanto, male che vada, fonderò un altro partito. Perché ci siamo ridotti così? Perché non riusciamo a contaminare le nostre certezze? Siamo tornati tutti bambini, con i nostri capricci e le nostre testardaggini. Viviamo nell’epoca più social, comportandoci in modo profondamente asociale! E...sono sicuro di avere ragione!