sabato 25 maggio 2013

un bermuda e una maglietta

Può capitare ad un diciottenne introverso, un po' imbranato, di vedersi catapultato in una realtà che lo rigira come una frittata. A me è capitato. Incontrare gente, farla divertire, insomma, fare tutto quello che un bravo animatore ha il dovere di compiere. Ho scoperto cosa vuol dire stare con gli altri. Ho scoperto l'amore e l'amicizia, le tante cose che da "introverso" cronico non avrei mai vissuto. In fondo, volevo solo mettere in scena quello che scrivevo, mi sono ritrovato, per alcuni anni, a farlo davanti a migliaia di persone. Ogni volta che si avvicina l'estate, vorrei mettermi un bermuda e la magliettina dello staff, per buttarmi tutto alle spalle e continuare quel mestiere, così bello, così faticoso. 24 ore in movimento, il sorriso stampato ( mai falso ), e, cosa fondamentale, portare un po' di gioia agli altri. Quante cose ho imparato? Tante. Salivo su un palco e tutto sembrava meraviglioso. Non potrò più mettere quella maglietta, ma non potrò mai dimenticare le emozioni che quel ragazzo imbranato provava nel metterla. Oggi, seduto su un divano, ho ripensato a quei momenti, non solo perché legati ad un'età "verdissima", ma anche perché, quel ragazzo introverso, lo porto dentro. Le emozioni sono fondamentali, mai perdere la voglia di farle riemergere. Ho fatto l'animatore, rianimando me stesso. Ora mi metto un bermuda e una maglietta metaforica, per rianimare le quotidiane delusioni che da adulto ti tocca sopportare.